
Mai dire come sei bella
Sabato 20 aprile 2013 da " La Gazzetta del Mezzogiorno "
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E’ andata così, protagonista lo sposatissimo presidente americano Obama. Loda la bellezza di tal Kamala Harris, 48 anni, ministra della giustizia della California, e si caccia in un mare di guai. Accusa minima: non doveva nel suo ruolo. Accusa media: ci prova. Accusa massima: è un maniaco. Nemmeno la guerra in Afganistan era stata così a rischio per lui. Gli sarebbe andata meglio se avesse detto che la Harris è un mostriciattolo. Il problema è che oggi spira un’aria fanatica e talebana per cui non bisogna dire nulla, occhi giù e ti ritiri a casa.
LA DISAVVENTURA DI OBAMA Qualche giorno dopo a fargli un po’ di grazia è stata Melissa P. E’ la giovanissima scrittrice siciliana autrice di un romanzo (poi film) che a suo tempo fece scalpore, raccontando la storia di una ragazza di 16 anni che, delusa dal fidanzato, intraprese un autodistruttivo viaggio che le fece scoprire un mondo di perversione sessuale. “Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire”, si intitolava. Ma signori uomini, ha scritto Melissa P., per favore continuate a farci complimenti. Un po’ perché alle donne fa sempre piacere. Un po’ perché se cominciamo a rifiutare anche la bellezza, che dobbiamo fare con la bruttezza?
Morale: d’accordo sui nuovi criteri di intendere questa bellezza, diciamo non la bellona ma l’intelligente, ma non arriviamo a fare autogol. Insomma non arriviamo a considerare la bellezza tanto interiore da essere addirittura invisibile. Perché una ipocrisia domina sovrana su questo nostro scombiccherato tempo: mai la bellezza ha aperto tante porte, ma mai è stato tanto un tabù dirlo. Bellezza come valore non solo femminile, ovvio.
Difficile anche considerare una conquista quel veto ai complimenti che ha fatto addirittura una vittima come Obama. E complicato ritenere che nel deserto attuale dei rapporti, uno sguardo e un sorriso compiaciuto si possano buttare, considerarli solo una molestia. Naturale che la femminuccia o il maschietto possano e debbano far presente che, per caso, hanno pure un cervello. Ma nessuno è autorizzato a ritenere che un cervello non possa allignare anche in una testa disegnata come Dio comanda.
Certo, cambiano i canoni. Ed è vero che la bellezza non si concentra solo nell’ovale di un viso, nel trittico seno-vita-fianchi, nella petrosa consistenza di un bicipite o di un pettorale, in occhi fatali. E’ tramontato il modello oca quanto quello galletto. E per esempio la dice lunga che, per Rai uno, anche la gara di “Miss Italia” finisca qui. Nel senso che un sudario di terrore è sceso sul 74enne concorso quando la rete ammiraglia della tv di Stato ha fatto capire che quest’anno non lo riprenderà dopo una serie di annate con pubblico in calo. Spettacolo vecchio, benché avessero fatto di tutto per rianimarlo facendo parlare oltre che sfilare le ragazze, ma così esponendo loro e il programma a immediati straziati colpi di telecomando per fuggire altrove.
CI VUOLE UNA PACE Il fatto è anche che lo scivolone di Obama non meraviglia. Fino al punto che subentra la censura preventiva. Non c’è più chi con alto sprezzo del pericolo osi apprezzare in modo palese o silente una bellezza, correndo il rischio di sentirsi dire “ma cosa vuole questo cretino”. E’ vera la prevalenza del cretino, e sempre più spesso la sua cattiva intenzione. Ma andando avanti così la Bellezza, quella con la “b” maiuscola, s’immalinconisce nell’indifferenza, mentre si sa che ha bisogno di cure continue come un fiore di luce e acqua.
Ci sarebbe bisogno di una pacificazione, il mondo farebbe un passo decisivo in avanti quando semplicemente qualcuno o qualcuna dicesse a qualcuna o a qualcuno “Complimenti per la tua bellezza” e la qualcuna o il qualcuno rispondessero altrettanto semplicemente “Grazie”. Perché l’insensibilità forzata alla bellezza, gli occhi bassi e l’ammirazione surgelata non sono solo cautela ma finiscono per tradursi in astio verso questa bellezza. Non è altro la “sindrome di Dorian Gray”, sfregiare un’opera d’arte per il dolore di non poterla raggiungere o somigliarle.
Di sicuro Obama non si sarà fatto tutti questi calcoli. Né avrà messo in conto che vigoroso donnone è la moglie Michelle. Quando viene, viene. Ma la triste parola d’ordine è: non deve venire. Per August von Platen-Hallermunde (scrittore tedesco 1796-1835) “Chi ha visto con i suoi occhi la bellezza è già votato alla morte”. Aggiornamento: magari oggi alla morte no, ma a una risata commiserevole in faccia sì.
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