
Ma quei < cani sciolti > si legano troppo ai calci
Giovedì 21 ottobre 2013 da " La Gazzetta del Mezzogiorno "
Lascia un Commento Inserito da Lino Patruno
CANI SCIOLTI – di Baltasar Kormakur. Interpreti: Denzel Washington, Mark Whalberg, Paola Patton. Film d’azione, Usa, 2013. Durata: 1h 41 minuti.
Bravi, i due protagonisti, lo sono. Movimentato, il film lo è (anzi fin troppo). Spiritoso e divertente, quanto basta. Né manca il sottofondo del dito puntato sulla corruzione di certi poteri forti anche nell’America non più modello (basta vedere le rivelazioni di questi giorni su tre quarti di mondo spiato). Si può eccepire che sia stata messa tutta sui morti ammazzati, sulle scazzottate, sull’inseguimento di auto da lunapark, sugli agguati, sulle crudeltà in uno scannatoio di sangue che da Quentin Tarantino in poi è la dose minima indispensabile per eccitare un po’. Ma la scelta è quella senza mezze misure.
Chissà se consapevoli di tutto ciò, i nostri due agenti infiltrati nella malavita la prendono molto sul ridere fra un massacro e l’altro. Uno non sa che l’altro lavora per la Dea (l’antidroga statunitense), l’altro non sa che l’uno lavora per i servizi segreti della Marina. Entrambi impegnati contro il Papi boss del traffico di cocaina dal Messico, altro bel soggetto tagliateste. Ma entrambi impegnati anche a farsi la guerra fra di loro in una rivalità fra poliziotti che è un classico del cinema.
Si rivelano l’uno all’altro, con abbastanza somma sorpresa, quando a loro insaputa si ritrovano a lavorare entrambi al piano per rapinare il tesoro del suddetto Papi in modo da incastrarlo. Ma quei 43 milioni di dollari sono abbastanza sporchi, fra servizi deviati del controspionaggio Cia e il tradimento dei superiori che li mollano per scaricare su di loro la responsabilità di molti loschi traffici. Come condimento, un mezzo amorazzo tanto per completare il quadretto.
I due “Cani sciolti” Denzel Washington e Mark Whalberg sono in realtà troppo vecchie volpi per non sapere come far funzionare il cocktail. Mettici una spruzzata di effetti speciali, scenari mozzafiato su uno dei confini più pericolosi della Terra, intrighi e canagliate a tutto spiano, ed è fatta sia pure fra qualche noietta di qua e di là. Così è truculentemente adottato da Hollywood l’adrenalitico regista islandese Baltasar Kormakur, reduce solo da una nomination al miglior film straniero con “The deep”. Sul quale la stessa Wikipedia, l’enciclopedia Internet, dice: aiutateci a scrivere cos’è. Pensa tu.
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