Sabato 5 dicembre 2020 da < La Gazzetta del Mezzogiorno>
Da remoto. Anche chi è
indenne dal virus, non è indenne dalla vita da lontano. Per cui si ritrova a
dover somigliare a Pippo Baudo anche chi farebbe bene a non apparire nemmeno in
foto. Invece Zoom, Teams, Meet ci sono diventati più familiari della spesa al
mercato. Perché non c’è più riunione di lavoro, non c’è più seminario, non c’è
più meeting, non c’è più tavola rotonda, non c’è più conferenza che si facciano
consumando le scarpe, cioè andando e incontrando come abbiamo fatto da Adamo e
Eva in poi. Tutto in videochiamata, in Skype, in webinar. Col Covid ci vediamo
e ci diamo appuntamento stando ciascuno a casa sua. Perché non ci sentiamo al
sicuro neanche a un chilometro di distanza e più mascherati che al carnevale di
Putignano. Quindi il modo più opportuno per stare vicini è non starlo.
Parlandoci viso a viso solo grazie a uno di quegli ordigni tecnologici che
amiamo come un vampiro può amare uno spicchio d’aglio.
INQUADRATURA, CHE PROBLEMA Il fatto è che un
tempo in tv ci facevano andare solo i telegenici, o al massimo chi non
considerava una telecamera peggio di una rettoscopia. Ora davanti all’occhietto
blu del computer o del cellulare ci va anche chi dovrebbe uscire solo di sera e
a lampioni spenti. Per cui fioccano le istruzioni per l’uso in proporzione pari
a certe criminali esibizioni cui si deve ogni giorno assistere. Col comune
senso del pudore più vilipeso di un immigrato da Salvini. Anzitutto
l'inquadratura, che gli esperti consigliano da <piano americano>, come si
dice nelle scuole di giornalismo, e che non c’entra niente con Trump e i suoi
capelli fosforescenti. Insomma mezzobusto, come quelli dei telegiornali. Anzi
come gli ex dei telegiornali, visto che oggi è tutta una gara a chi si inventa
le posizioni più da circo.
Quindi volto più busto fino al limite della
pancetta, che sarebbe indecente anche con una armatura alla Carlo V. Quindi
niente faccioni da luna piena che ti incombono addosso e sembrano sputacchiarti
anche via cavo. E niente teste tagliate alla Maria Antonietta né menti più
dimezzati di un condono fiscale. Consigliano di evitare giacca e cravatta, che per
la verità non si usano più neanche in una udienza privata dal papa. Meglio
camicia e maglioncino, assolutamente vietati certi peli sul petto che si
attorcigliano come polpi e niente catenazze d’oro alla Gomorra. Escluse anche t
shirt con le braccia tatuate come quelle dei calciatori. Per le donne,
riservare il rosso a Capodanno e il grigio alla Giornata degli sfigati. Un
gioiello può concentrare l’attenzione su se stesso e non è detto che sia un
male. Trucco quanto basta salvo intese come dicono al governo. Comunque
sorridere sempre per evitare l’effetto Fassino detto Cipresso.
Luci tanto più fondamentali quanto più si
attenta all’autodecoro con quelle sbagliate. Se è poca sembri più butterato che
nel Decamerone. Se è troppa ti fanno una aureola che neanche padre Pio. La
giusta misura per camuffare rughe e occhiaie, tranne un cerone che però rischia
di sciogliersi in diretta con l’effetto lacrima da clown. Oggi suggeriscono le
<light ring>, lampade ad anello che ringiovanirebbero anche un centenario.
Meglio in fondo illuminare lo sfondo, anche se qui il problema è un altro.
Nessuno si farebbe riprendere in camera da letto con la Madonna addolorata
dietro. Né in cucina con la pentola a vapore per lo stufato di rape. Infatti la
stragrande maggioranza ha alle spalle una libreria anche se l’anno scorso la
metà degli italiani non ha letto neanche un libro.
DIMMI CHE LIBRERIA HAI In poco meno di un anno
se ne sono viste più che su una rivista da arredamento. Con quelle dai libri
più ordinati di un plotone di marines. Quelle stropicciate con libri messi
tanto truculento da far sospettare una regia alla Quentin Tarantino. Quelle
comprate su Internet come arazzi a metro col colore giusto per il salotto
cremisi. Quelle con tante targhe di foto che sembrano soprattutto una cappella
votiva. Massimo Cacciari ne ha una che sembra quella mitologica di Alessandria
d’Egitto e grazie che ha quella testa che non sarebbe vuota.
Enrico Letta è stato beccato con una collezione di Topolino alle spalle. Ultime
notizie: davanti a una libreria è apparso anche Antonio Cassano.
Evitare sulla scrivania bicchieri di plastica,
scottex usati, teste di Mussolini, vasetti con decine di matite più appuntite
che usate. Non parlare rantolando come Peter Gomez. Non parlare quando parlano
gli altri come ai talk show televisivi. Ovviamente non bere a canna alla
bottiglia e non mettere le dita nel naso, che non si possono mettere se hai la
mascherina. Guardare in camera altrimenti sembri strabico e mostri il profilo
peggiore. Evitare di far passare la zia alle spalle come nel film di Checco
Zalone. Niente sbattere di piatti in cucina né sciacquone in azione. Perché
dire da remoto non vuol dire fare come se stessi a casa tua.