Sabato 6 febbraio 2021 da < La Gazzetta del Mezzogiorno>
Se tu hai imparato il mio
numero, io ho imparato il tuo. Per esempio un numero di Chieti, anzi il
prefisso, anzi ora sul cellulare compare anche la città dalla quale chiamano. E
poi uno di Roma, è difficile che da lì a chiamarmi sia Draghi per offrirmi un
posto da ministro. E uno da Milano, quello vuol sapere se uso un certo tipo di
aspirapolvere: scusa, ma perché dovrei dirlo a te? Insomma, siccome la guerra è
guerra, à la guerre comme à la guerre, dicono i francesi. La guerra del
telemarketing. Quelli che vorrebbero farti cambiare ogni due giorni un
contratto per il gas o per la luce. Soprattutto, appunto, per il cellulare.
Come se tu stessi dalla mattina alla sera a consultare siti incomprensibili per
avere condizioni esclusive. Siti che ti dicono tutto non per farti capire ma
per fregarti nel caso di controversie. Eh, caro signore, ma lo aveva letto il
contratto? Non essendoci cristiano al mondo in grado di farlo, anche ora che
col Covid la noia ci può far venire la tentazione. Forse un giorno con i robot,
ma si può fare questa vita?
TELEMARKETING SELVAGGIO Uno ha detto di aver
ricevuto 155 telefonate in 24 ore, ma per non farci prendere dal panico diciamo
che l’ha sparata grossa per finire sui giornali. Ci chiamano soprattutto sùbito
dopo pranzo, quando magari stiamo facendo la pennichella e sono sicuri che
morto e ucciso sei in casa. Ma in genere non c’è un momento particolare,
altrimenti tu capisci quando può arrivare l’attacco e ti attrezzi. Si chiama
resistenza passiva, oggi resilienza. E hanno la stessa tenacia che ha Di
Battista nei tentativi di sfasciare i Cinquestelle. Perché, più chiaro che la
focaccia barese è da stella Michelin, è che se rispondi non c’è più partita.
Essendo quelli in grado di porgere l’altra guancia più evangelicamente del vangelo.
Li puoi sfregiare a sangue, li puoi far sentire escrementi da marciapiedi,
pezze da piedi, aborti viventi, furbetti del vaccino, interisti (detto dagli
juventini) ma a loro gli scivola tutto addosso peggio di un Andreotti. Anzi
pare che non puoi fare il nobile mestiere di scocciatore se non reggi a un
livello premium di insulti, tipo quello ad Amadeus che il Festival di Sanremo
se lo deve fare lui e il teatro Ariston da soli.
Anche perché, per chi conosce l’ambiente,
questi telefonisti seriali lavorano sulla quantità. Si parla di una società top
in rotture che ha contattato 2 milioni 972 mila 365 persone riuscendo a far
stipulare 12.584 contratti, cioè, tranne errori e omissioni, il 2,3 per cento.
Ma il problema non è la percentuale da loro ricavata, quanto quei tre milioni
di telefonate, fatevi voi la percentuale sulla popolazione italiana. E
immaginiamo insieme cosa possono aver detto le 2 milioni 959 mila 781 persone
che il contratto non l’hanno sottoscritto. Anzi a qualcuno possono aver
telefonato più di una volta, passando dall’aggettivo tenaci al peggio del più
diffamato Bar dello Sport.
MERCATO DEI NUMERI Ma non è detto, per carità
cristiana. Siccome per capire gli altri bisognerebbe mettersi nei loro panni,
lo sappiamo tutti che i loro panni non sono affatto più comodi dei nostri
violentati. Gente che accetta di fare quel lavoro perché senza lavoro, quasi
sempre pagata due soldi, quasi sempre in sottoscala se gli va bene. E quasi
sempre, almeno secondo alcuni loro racconti, che non devono farsi venire la
pipì perché altrimenti perdono produzione. Roba da farli cavalieri della
Repubblica, come toccato alla pugliese che Mattarella ha insignito per essersi
ribellata a tal trattamento da muli. Però un cavaliere in più non fa una
rottura in meno, perché nel loro mercato i nostri numeri si vendono alla modica
cifra di 9 centesimi l’uno, e non prendiamocela se ci svalutano così. La
quotazione sale se oltre al numero sanno se ci piace la Nutella e dove ce la
facciamo la sera (dove ce la facevamo) essendo ora i nostri dati più preziosi
dei diamanti della regina Elisabetta. Allora si può essere valutati fino a 50
centesimi.
Ora è più difficile che far stare zitto
Salvini capire perché quella che ha chiamato da Milano immaginasse che il
signore da lei chiamato si occupasse di aspirapolveri. Meno difficile capire
perché questo Paese colmo di indesiderati primati abbia quello più indesiderato
di tutti: una legge antisquilli che di rinvio in rinvio non entra in vigore.
Lasciando 80 milioni di numeri di telefonini indifesi dai tentativi di farti
cambiare il gestore più frequentemente degli slip. Con ogni loro offerta che
non è un’offerta, ma l’occasione della nostra vita. Nonostante multe milionarie
a questi tentatori/attentatori. E mentre il <registro delle opposizioni>
alle chiamate avrebbe dovuto entrare in vigore il 1° dicembre scorso.
Ma si sa come va: a dicembre c’è Natale, poi
l’inverno è inverno, quindi arriva Pasqua e col surriscaldamento abbiamo già un
piede in spiaggia. Lasciamo ogni speranza noi che sentiamo
squillare.