Venerdì 27 novembre 2020 da < La Gazzetta del Mezzogiorno>
Nuovo allarme per il Sud. Già
soffre di più il Covid perché anche quest’anno lo Stato ha finanziato la sua
sanità con un miliardo in meno rispetto al Centro Nord. Già soffre di più la
scuola a distanza perché i ragazzi senza computer a casa sono più del doppio
rispetto al Centro Nord. Già secondo il Censis sono soprattutto al Sud i 5
milioni di italiani che fanno fatica a garantirsi ogni giorno pasti
<decenti>. Già la Svimez prevede che nei prossimi due anni il Sud
crescerà quattro volte meno del Centro Nord. E invece di cercare di rimediare
allo scandalo delle due Italie, cosa si fa? Si rilanciano nella legge di
bilancio sia il federalismo fiscale senza ancòra calcolare il livello minimo di
servizi da assicurare al Sud. Sia l’autonomia rafforzata che farebbe diventare
sempre più ricche le tre regioni già più ricche, a danno del resto del Paese.
Non deve passare.
Il federalismo e l’autonomia nella legge di
bilancio significano che, mettendo la fiducia nella votazione in parlamento,
tutto passa senza discussione e senza emendamenti. Tradendo la principale
attesa non solo del Sud ma anche della decenza politica. E cioè che undici anni
dopo siano rispettati quegli impegni del federalismo fiscale che lo stesso
nord-leghista Calderoli ritenne essenziali e doverosi per il Sud. Da un lato la
perequazione infrastrutturale, a cominciare dalla prima condizione per lo
sviluppo di un territorio: il treno. Poi il calcolo dei Lep (livelli essenziali
di prestazioni) che consentano finalmente a un cittadino di Brindisi o di
Matera di avere gli stessi servizi (dagli ospedali, alle scuole, ai bus urbani
appunto) di un cittadino di Brescia o di Verona. E restituiscano al Sud quei 61
miliardi all’anno (170 milioni al giorno, 5 miliardi al mese) di spesa pubblica
che gli spetta e che invece finisce al Centro Nord.
Negli undici anni in cui i governi hanno fatto
finta di niente, con la spesa storica si è continuato a dare tutto a chi
storicamente lo aveva sempre bellamente ricevuto: il Centro Nord. E’ la storia,
bellezza, e tu non puoi farci nulla, direbbero imitando la battuta di un film
che non c’entra nulla. Con una spesa pubblica che anche il rapporto Svimez 2019
di qualche giorno fa ha confermato
iniqua, non bastasse la denuncia dei Conti pubblici territoriali. Tipo i Lea,
livelli essenziali di assistenza, che riguardano la salute di ciascuno di noi
specie nell’incubo di una terapia intensiva.
Il miliardo in meno dello Stato anche
quest’anno al Sud grida vendetta non solo per i suoi presupposti iniqui e
inesistenti. Ma perché fa trovare il Sud senza mezzi e uomini sufficienti di
fronte alla pandemia. Cioè in un campo che fa la civiltà di un Paese. Non da
meno la scuola, altro indice di civiltà. Asili nido al Sud per il 13,5 per
cento della popolazione e per il 32 per cento nelle altre regioni. Spesa per
ogni bambino da 0 a 2 anni dai 1300 euro in media al Centro Nord ai 277 del
Sud. Ma a questi bambini, glielo hanno detto quando sono nati? Tempo pieno per
il 46 per cento degli alunni del Centro Nord, per il 16 per cento di quelli del
Sud. Ma che peccato hanno fatto al Sud?
Ancòra. Gli impegni presi dai ministri Boccia
e Provenzano prevedevano un calcolo dei Lep che non solo fosse preliminare
rispetto all’autonomia. E’ invece fondamentale proprio per eliminare le paurose
disparità viste. Senza che con l’autonomia avessero nulla a che fare, visto il
collegamento pretestuoso fatto da chi aveva a cuore solo Lombardia, Veneto ed
Emilia Romagna e il loro sogno di trattenere le tasse dei
loro cittadini sottraendole allo Stato e al resto degli italiani. Ciò che
creerebbe un’Italia maggiore e un’Italia minore. Un’Italia prima e un’Italia
seconda. I Lep sono fermi dal 2009, quindi perché farli dipendere da altre
condizioni?
Già pericolosissimo un cronoprogramma
iniziale che prevedeva l’autonomia sùbito e i Lep entro un anno nel Paese in
cui per fare una strada ci mettono 15 anni. Poi ha fatto irruzione il virus.
Ora la legge di bilancio sembra riproporre sia federalismo fiscale più avanzato
sia autonomia senza una sola parola sui Lep. Con qualche ipotesi ascoltata
tempo fa di finanziarli col Recovery , quello che una volta esaurito torni
indietro? Mentre per la perequazione infrastrutturale tempo fa si è parlato di
5 miliardi, coi quali fai solo qualche chilometro di alta velocità ferroviaria.
Di nuovo sul Sud pende aria di fregatura.