Venerdì 22 gennaio 2021 da < La Gazzetta del Mezzogiorno>
Siccome il lombardo vale di
più di più dei meridionali, deve vaccinarsi prima. E poi, questa ripresa
economica: chiaro che si deve fare aumentando le distanze fra Milano e Napoli.
E nel Recovery Fund, cosa vuoi che ci stiamo a occupare dei porti meridionali:
a essere finanziati saranno quelli di Genova e Trieste. Intanto il Sud si stava
illudendo che gli sgravi per le assunzioni andassero solo alle aziende del Sud.
Macché, vanno anche al Nord. Chi volesse indignarsi sul modo in cui il Sud è
trattato e considerato, ecco l’ultimo piccolo (ma incompleto) campionario da
rimandare dritto al mittente. Ed ecco alcuni degli argomenti per quel Sud che
non si decide ancòra a mostrare i denti a chi vuole continuare a sottometterlo.
Come, un pugliese e un lucano vorrebbero
essere vaccinati contro il virus contemporaneamente a un lombardo? Assurdo,
perché il lombardo è più ricco e i ricchi hanno più diritto di essere curati
dei poveri. Ha tentato invano di dire di essere stata fraintesa la nuova
assessora e vicepresidente della Lombardia, Letizia Moratti. La quale ha
chiesto che il calendario sia fissato anche in base al Pil, cioè al reddito.
Perché chi ne ha di più, vivaddio non può attendere come chi ne ha di meno. E a
spese dello Stato, cioè delle tasse di tutti, meridionali compresi, chiaro? I
benestanti prima dei disoccupati, perbacco. A Bari, esempio, quelli di via
Sparano prima di quelli di San Pio.
Non c’è da meravigliarsi, e del resto la
Moratti è stata solo coerente. E’ lo stesso principio del federalismo. E
dell’autonomia rafforzata: migliori servizi a chi ha più ricchezza. A
cominciare dalla sanità. E la Lombardia con Veneto ed Emilia Romagna non ha
rinunciato alla sua pretesa, solo sospesa per la pandemia. Né fu diverso, tempo
fa, il famoso discorso della bistecca fatto dal presidente Fontana: il padre
che lavora quando torna a casa ha diritto a mangiarsi la bistecca togliendola a
moglie e figli. Altro che civiltà contadina meridionale che se ha un tozzo di
pane lo divide in famiglia. Bistecca alla lombarda.
E quanto all’illusione dell’Europa che il
rilancio dell’Italia debba partire dal Sud, anzi che i 209 miliardi del
Recovery siano stati concessi proprio perché c’è il Sud, ma va là. Nessuna
illusione, appunto, ha detto Guido Tabellini, già rettore di quella Bocconi di
Milano dove molti meridionali mandano i figli a studiare a pagamento. Bisogna
invece investire, quindi prendendosi anche i soldi europei, nelle aree
geografiche all’avanguardia. Perché le politiche più efficaci per avvicinare
l’Italia all’Europa sono quelle che aumentano il divario fra chi è avanti e chi
è indietro. Insomma puntare sempre su quella locomotiva del Nord che non fa
crescere l’Italia da vent’anni. E continuare a tenere spento il motore del Sud
unico in grado di salvare il Paese dal ruolo di potenza di serie B.
E’ un altro passo della campagna tendente a
disconoscere le indicazioni dell’Europa. Quelle che portano dritto al 65 per
cento dei fondi del Recovery al Sud e del 35 al Nord. Ciò che non devono ancòra
aver bene capito gli estensori del Piano di Resilienza e Ripresa. Esempio con i
porti: puntare su Genova e Trieste per un livello internazionale. E Taranto e
Gioia Tauro e tutti gli altri? Destinati al turismo e al traffico locale.
Insomma moli per attraccare la barchetta. Come dire il solito Sud che si
accontenti di sole, mare e cicorielle. E la piattaforma logistica nel
Mediterraneo continuamente blandita da tanti governi in qua? Quando invece
proprio su quei porti l’Europa punta per avvicinarsi al Mediterraneo. Come
punta sull’alta velocità che arrivi in Sicilia attraverso il Ponte sullo
Stretto per creare una grande area che non lasci a Cina e Russia l’Africa del
futuro boom.
Di questo passo la certezza è che l’Unione
faccia l’unica cosa possibile visto l’andazzo: rimandare al mittente il Piano.
E addio 209 miliardi. Perché non sono una concessione per farne il contrario di
quanto indicato. A danno soprattutto di un Sud pur abituato alle delusioni.
Vedi gli accennati sgravi fiscali per attirare investimenti. Sono del Sud ma
vanno al Nord. Perché se il lavoratore viene assunto al Sud tramite un’agenzia
del Nord, lo sgravio va all’agenzia del Nord non all’azienda del Sud che
assume. Qualcosa di simile alle aziende settentrionali che operano (e fanno
profitti) al Sud ma pagano le tasse al Nord. Qualcosa di simile alle fondazioni
bancarie che raccolgono i profitti delle banche settentrionali che sono al Sud
(quasi tutte) e li spendono al Nord.
Nonostante tutto questo il Paese è talmente
fermo da essere tristemente sempre l’ultimo dei grandi in Europa. Ma vuole
continuare così col privilegio e le diseguaglianze a danno del Sud. Così verso
il declino. Anzi, visto che ci siamo, facciamo anche una
bella crisi di governo.