Martedì 22 dicembre 2020 da < La Gazzetta del Mezzogiorno>
Da quaggiù al Sud, cari
italiani, venite tutti anche se siete nati a Rovigo. E se facciamo l’<Elogio
della Bassitalia>, facciamo in fondo l’elogio di tutta l’Italia. Grazie al
Sud, e al suo Mediterraneo, la civiltà ha vinto sui barbari. E le tracce di
tutto ciò che di quella culla rimane sono al Sud. Dal cristianesimo, al
diritto, alla democrazia. E in fondo non è solo una battuta quella secondo la
quale quando al Nord stavano ancòra sulle palafitte, Pitagora a Crotone
inventava la matematica. Poi la storia ha portato gli emigranti del Sud a
costruire i grattacieli di Manhattan, cioè ha fatto del Sud una terra dalla
quale si doveva andare via per vivere.
Il fatto è che quella storia matrigna è stata
costruita da chi ha conquistato il potere ai danni del Sud. Non per nulla Mimmo
Nunnari, autore del libro che di questi tempi osa elogiare il Sud, ci aggiunge
<Con qualche invettiva contro il razzismo del Nord> (Rubbettino ed., pag.
82, 10 euro). Razzismo che imbaldanzisce anche una giornalista pugliese la
quale parla di <Sud inferiore>, ma è la stessa autrice di un libro
intitolato <Siamo tutti puttane> e amen.
Così per interesse la Bassitalia è sempre
stata raccontata con stereotipi, bugie, pregiudizi, ipocrisie. Così il Sud,
dall’unità in poi, è stato ridotto a <granaio di voti> e mercato di
consumo. Mica potevano essere d’accordo col regista tedesco Wim Wenders il
quale va in Calabria e dice: <Qui, per la prima volta, ho davvero visto un
mondo migliore>. E vai a spiegarlo agli altezzosi del Nord che è da Ulisse
che nascono l’Occidente e il suo pensiero, e nasce anche il Nord delle nebbie e
dei capannoni industriali. E se colonizzazione quella greca fu, fu fertile e
senza eguali nella lunga avventura dell’uomo, altro che colonizzazione da
Italia mai veramente una.
Tutta questa bellezza è ancòra il tesoro
della Bassitalia. Ma non solo cimeli e colonne di templi. Anche e soprattutto
il patrimonio vivo e fiorente di un senso dell’esistenza e di uno stile di vita
ricercati da chi li ha altrove perduti. Questi non erano luoghi marginali,
anzi. E la <Chanson d’Aspremont>, riesumata recentemente da un libro
della studiosa Antonella Musitano, dimostra che fu qui l’estremo baluardo
continentale contro i Saraceni. Qui la <sentinella di pietra>. Qui la
seconda nascita dell’Europa e dell’Italia. Qui l’originario spirito
dell’Occidente. Qui la riconquista di quell’umanesimo che ha esaltato il valore
e la dignità di tutti.
Finché l’egoismo miope dei ricchi ha creato
l’Alta Italia e la Bassa Italia non solo geografiche. Ha inventato il Sud non
più mito della universale cultura classica ma il Sud <zavorra> perché
così faceva comodo. Nunnari ci offre pagine di fascino assoluto sul Sud a
fronte di pagine desolanti su ciò che ha potuto l’odio <padano>. Ma forse
con un difetto di traduzione di ciò che non è e non è stato solo folklore.
La narrazione di un Sud brutto sporco e
cattivo è stata la premessa di politiche che hanno fatto passare il Sud da
modello storico all’avanguardia a <zona sacrificata> all’interesse
altrui. Un’anomalia. Vi fermiamo per consentire a noi di correre meglio. Vi
sottomettiamo tanto poi qualcosa sgocciolerà anche per voi. Perciò si può pure
dire con Nunnari che <nella terra del male sta la salvezza>. Si può pure
dire che bisogna riconciliare l’Italia nell’interesse di chi crede di poter
fare da solo sottomettendo gli altri. Si può pure dire che bisogna avviare una
grande <operazione verità> per evitare una guerra civile <non
auspicata ma possibile>.
Ma non è questione solo di buona volontà
reciproca o di strette di mano. Bisogna rispolverare un termine forse arcaico
come <lotta>, che non è un pranzo di gala. Per far ripartire il Sud e
rimettere in moto il Paese immobile. Se vogliono sapere come farlo, vengano
nella Bassitalia dove avranno ancòra tanto da imparare.
Elogio a parte.